Che cos’è una dipendenza?.
Per dipendenza intendiamo un’alterazione del comportamento che da semplice o comune abitudine diventa una ricerca esagerata e patologica del piacere attraverso mezzi o sostanze o comportamenti che sfociano nella condizione patologica.
A prescindere dal tipo di sostanza, le dipendenze patologiche presentano un insieme di comportamenti caratteristici riassumibili in questi punti:
Le 5 dipendenze più diffuse:
Ma in realtà si può diventare dipendenti da tutti e da tutto, dal lavoro, da una persona, da un rituale (vedi DOC), dal controllo dello stato di salute (vedi Ipocondria).. perfino dalle sostanze prodotte dall’ansia, dalla tristezza o dal senso di colpa (se non ci sono occasioni, me le vado a cercare, proprio perché sono “assuefatto” da quelle sostanze da un lato, e dall’altro perché psicologicamente sono diventato dipendente dal ruolo di “depresso”, “ansioso”, “vittima”, ruolo che spesso, chi mi circonda, tende involontariamente a rinforzare)
Per uscire da una dipendenza occorre conoscere la chiave da inserire correttamente nel buco della serratura della prigione immaginaria in cui il dipendente si trova. Spesso, infatti, non si tratta di “cattiva volontà”, ma di mancanza di conoscenza.
Alla sostanza/ comportamento in oggetto vengono attribuite tutta una serie di proprietà (togliere l’ansia, dare buon umore, eccitazione) laddove tale sostanza/ comportamento ha semplicemente innescato un circolo vizioso per cui senza la sostanza sto male, mentre quando prendo la sostanza il malessere si placa (ad esempio quando non bevo c’è un iper-produzione di cortisolo, quando bevo la produzione di cortisolo si placa, quando non fumo ho un senso di vuoto, simile alla fame, un po’ di irrequietezza, quando fumo la nicotina nel sangue mi riporta allo stato precedente- ma sempre un po’ di meno). Quindi la sostanza si prende il merito di aver placato qualcosa di spiacevole, ma non il torto di averlo, essa stessa, causato. Nel famoso libro di Allen Carr “Puoi smettere di fumare se sai come farlo”, fumare sigarette è equiparato a indossare un paio di scarpe strette per avere il piacere di togliersele. In pratica, chi interrompe l’ utilizzo di una sostanza/ comportamento disadattativo si troverà nella stessa condizione di partenza di colui che non ne fa uso. Nessun bonus o privilegio dunque, solo l’illusione di avere a che fare qualcosa che sembra offrirti un vantaggio o una soluzione, ma solo perché precedentemente te l’ha tolto. Ecco che la Terapia Cognitivo Comportamentale, illustrando bias cognitivi e comportamenti disadattivi può aiutare il paziente a fronteggiare con relativa semplicità qualcosa di molto complesso e spesso penoso.
Dott.ssa Stefania Paparella
Psicologa Psicoterapeuta
Dott.ssa Stefania Paparella
Psicologa Psicoterapeuta
Iscritta all’Albo degli Psicologi della Lombardia dal 03/03/2004 con n. 7962
P.I. 05221830960